Piacere, sono Stefano

Sono nato in Friuli, a San Vito al Tagliamento, in provincia di Pordenone ma non ho radici friulane. Si potrebbe dire che la mia famiglia abbia abbracciato l’ideale di Comunità europea prima che nascesse: mio padre è di Taranto, mia madre di Bolzano. E fin qui si rimane nei confini nazionali. Mia nonna materna era madrelingua tedesca, la sua famiglia originaria di Brunico, Val Pusteria mentre mio nonno materno era di madrelingua italiana, originario di Arco, Trento. Io vivo a Bologna da quando avevo 14 anni e sopraggiuntà l’età da matrimonio, che per me è stata 28 anni, mi sono sposato con una biondina belga. Mia cognata ha sangue londinese. I miei tre figli, per momento, hanno doppia nazionalità, italiana e belga, poi si vedrà. Adesso vivo in provincia di Bologna, tra un campo di grano ed una strada di campagna.

Ho frequentato l’istituto tecnico Aldini Valeriani , una vera scuola di sopravvivenza per chi come me proveniva da una piccola città come Udine e pesava 42 chili per un metro e un po’ di altezza. Mi sono laureato in ingegneria elettronica a Bologna invece di frequentare architettura a Firenze perché nessuno in famiglia credeva che sarei stato capace di arrivare infondo, eccetto mio padre. Speravano che mollassi dopo il primo anno. Ricordo in modo nitido il giorno in cui ho dato il primo esame, Analisi matematica I. Il mio pensiero alla sera fu: “Ancora 28 esami!” e scoppiai a piangere. Ho dedicato la mia tesi al professore di Analisi che mi fece passare quel primo esame con un generoso 24 anche se all’orale non imbroccai nessuna risposta. Alla fine però non l’ho deluso, mi sono laureato con 97/100 praticamente in corso. Rimase senza parole quando, appena laureato andai a cercarlo e gli regalai copia della mia tesi. Era dedicata a lui. Sono diventato un ingegnere alla fine, ho lavorato a Milano, Monaco ed adesso a Bologna. Ho fatto molte cose, qualche brevetto e tante altre ne ho da fare.

Sono figlio, fratello, marito e anche un papà. Il che vuol dire che la mia vita è punteggiata da una moglie, una figlia, altri due figli, per un totale di quattro universi differenti fra loro da affrontare ed esplorare. Il viaggio è iniziato quasi venticinque anni fa quando ho conosciuto Ilse. Dopo qualche anno di matrimonio è nata Lize, poi Matteo ed infine Jonas. Ho iniziato a scrivere racconti per bambini per creare un punto di incontro quando erano piccoli. Adesso tento mi esercito con la play station per lo stesso motivo. Prima era più semplice comunicare con loro.

Vivere è servire. (R. Follereau)

Servire a qualcosa, servire a qualcuno, questo è il senso che voglio dare alla vita.