La raccolta oltre la buccia

Anno da ricordare il 2020 per come lo abbiamo affrontato, così differente dagli altri per via del COVID. Non è il virus che voglio ricordare ma l’angolatura differente con cui ho guardato gli accadimenti della mia vita. Anche la raccolta 2020 non sfugge da questa logica, almeno per me. Fin dallo sfalcio di primavera. Ero a Bologna quando è scattato il    lockdown e non ho più potuto venire ad Arco. Ho sfalciato a fine giugno con l’erba alta fino al ginocchio. I guadagni della raccolta 2019 dovevano essere impiegati per il recupero del lato sud del castagneto dove una ventina di secolari aspettavano di essere liberati e altre giovani piante giovani messe a dimora. Gran parte dell’attività è stata fatta a febbraio ma non tutta. 

E adesso siamo  arrivati al periodo della raccolta. Non sarà possibile quasi certamente rivivere la bella giornata di raccolta in castagneto con le famiglie. Mi dispiace davvero. Pianaura ha come vocazione quella di raccontare la sua storia e di ascoltare quelle di chi viene a visitarlo. E nonostante tutto anche quest’anno i “patriarchi” secolari di Pianaura hanno potuto ascoltare un racconto e custodirlo. La storia è quella di nonno Dino raccontata dal suo “pianta pali” un attrezzo antico per piantare i pali di sostegno delle piante. 

E’ un “pianta pali” non abituato ai terreni di montagna, si trova più a suo agio nella sua bassa emiliana dove fa caldo umido d’estate e d’inverno il freddo e la nebbia ti inzuppano le ossa. Si trova a suo agio su terreni argillosi ma c’era bisogno di lui anche qui, a Pianaura. Bisognava costruire delle protezioni per le giovani piante di marroni messe a dimora. E così mentre girava e fendeva il terreno scabroso, il manico di legno lungo e consumato alle estremità raccontava di mani callose di chi per tutta la vita lo aveva impugnato con forza e tenacia. L’estremità a forma di piccola pala è arrugginita e racconta di terra compatta e umida, di campi che producono solo a costo di duro lavoro. Adesso il “pianta pali” della bassa è diventato parte della storia di Pianaura.

E’ questa l’angolatura differente che ho scoperto. Non fermarmi alla buccia, cercare il valore dove non sembra esserci. Abbiamo dovuto rallentare la nostra corsa, abbiamo avuto l’opportunità di osservare i paesaggio che ci scorre davanti ogni giorno, impensabile in circostanze diverse. Non sempre sono stato capace di farlo in questi mesi. Ma adesso vorrei continuare ad ammirare questo paesaggio, proprio adesso che il treno inizia a ripartire. Ed ecco subito presentarsi una nuova opportunità. Questa raccolta non ospiterà famiglie ma accoglierà un gruppo più piccolo di persone, ragazzi diversamente abili con i loro accompagnatori, hanno scelto Pianaura come meta della loro escursione il 17 ottobre,  in sicurezza e in allegria. Mangeremo i nostri panini sotto le fronde dei patriarchi, raccoglieremo i loro frutti e condivideremo le nostre storie. Questa è l’angolatura che vorrei per il mio post COVID.

5 opinioni riguardo a “La raccolta oltre la buccia

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *